La vera storia del paradosso di Achille e il formichiere

La vera storia del paradosso di Achille e il formichiere

“Se non ci metterà troppo, l’aspetterò anche tutta la vita”.


Parole d’amore del letterato Oscar Wilde, ma che assumono un suono particolare, se catapultate nella c.d “Fase 2”.
L’Italia gattona come un neonato, verso una timida riapertura dei vari settori dell’economia, contemperandoli alle più marcate esigenze di tipo sanitario.


Dati alla mano1, se impersonificassimo Giovanna D’Arco, starebbero sistemando la legna, dopo averci legato ad un palo: le statistiche lapalissianamente riducono ad oggettivo quel già intuibile campanello d’allarme sull’impatto economico-finanziario che ha avuto il virus sul nostro Paese2.


Per la maggior parte della popolazione, tale clima pandemico, è solo una ginocchiata sulle parti intime. Ed a volte, dopo un periodo così stressante quanto debilitante, l’unico rimedio è evitare perlomeno ulteriori colpi nelle zone suindicate, magari rilassarsi dinanzi uno show in tv, Netflix, una birra fredda, prendersi la propria intima mezz’ora, insomma, per ristorarsi un attimo.


Ma nella vita vera…


Ho già detto quella cosa lì, quella delle ginocchiate?


L’opportunità in tal senso per un più produttivo uso del tempo, sarebbe pianificare una eventuale ripresa, in modo tale da porre le aziende in condizione di colmare quel gap tra investimento ed innovazione, magari approcciandosi, in un’ottica conoscitiva, alle esperienze estere già consolidate, pur se con le opportune cautele.


Nel paradosso di Zenone denominato “Achille e la tartaruga” enunciabile secondo la descrizione aristotelica3 «Il secondo argomento prende il nome "dell'Achille" e consiste in questo: il concorrente più lento nella corsa non sarà mai raggiunto dal più veloce perché l'inseguitore prima sarebbe costretto a raggiungere il luogo da cui quello che fugge ha preso le mosse, e intanto, di necessità, il più lento sarà sempre un po' più avanti.».


Achille figurerebbe l’impresa, la tartaruga l’innovazione, in Italia idealmente irraggiungibile.


E la Quite Simple?


La Quite Simple4 si alzerebbe e camminerebbe, dimostrando la falsità delle conclusioni di Zenone5.


Pianificando a livello statale, si potrebbe avviare un processo di promozione di contratti a livello di territorio o filiera, che gestissero anche orari dipendenziali e smart-working6, welfare, fringe benefits o magari incentrare il tutto a mezzo di contribuzioni a fondo perduto che tanto piacciono alle imprese, eventualmente rapportandoli ai livelli d’occupazione presenti e tipologie contrattuali d’occasione.


E poi sapete quante formiche potremmo comprare per cena?



Gianmario D'Amico




1) ISTAT: crollo del 4,7% nel primo trimestre del 2020.

2) Una catastrofe.

3) Fisica, Libro VI, capitolo 9, 239b 14-20.

4) Diogene di Sinope.

5) Che giocatori.

6) Oramai più famoso dei Beatles.

Categoria: Opinioni

Tag: Covid19 , Digitalizzazione , Economia e finanza , Smart working

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