Quelli che "L'Euro va bene, è il cambio ad essere sbagliato"

Quelli che "L'Euro va bene, è il cambio ad essere sbagliato"

Lungi dall’essere una sottigliezza economica1, l’intenzione della BCE è di avviare un dettagliato piano di studio sulla possibilità di introdurre nell’Eurozona una c.d. CBDC (Central Bank’s Digital Currency), ovvero l’equivalente digitale dell’Euro2 emesso e gestito dalla medesima.


Il tutto in un intrinsecarsi della gestione sugli interventi economici antipandemici, fusi con l’avvento delle nuove tecnologie, volto a porre in essere misure diversificate rispetto gli strumenti monetari e finanziari messi in campo per disinnescare la crisi finanziaria del 20093. Tale dibattito coinvolge in maniera crescente anche la BCE, costretta a porre in essere non standard measures.

In tale assetto sembrano allora assumere particolare rilevanza le recenti iniziative intraprese dalla maggioranza delle banche centrali a livello mondiale al fine di indagare l’opportunità di emettere le c.d. valute centrali delle banche centrali (Central Bank Digital Currencies – CBDC), una sorta di moneta digitale pubblica, centralizzata e a corso legale, potenzialmente in grado di assumere dicotomica4 sfaccettatura: oltre a configurare una forma di token, inteso quale nuovo tipo di valuta a corso legale da utilizzare nelle singole transazioni, le CBDC possono concretizzarsi nella creazione di un conto di deposito presso la banca centrale ad accesso universale, così innovando radicalmente il rapporto tra banca centrale/cittadino.



Ai cittadini è precluso l’accesso all’unica forma attualmente esistente di moneta elettronica delle banche centrali, ovvero la riserva: accesso limitato ad esclusiva fruizione delle sole banche commerciali e ad altre istituzioni ciò autorizzate, detenenti conti presso la banca centrale stessa.

Ergo, le CBDC si configurerebbero come un’ulteriore species di moneta emessa dall’autorità, con caratteristiche di anonimato5 tipiche del contante, ma nella forma digitale. Ciò permetterebbe ai consumatori di detenere passività della banca centrale in forma digitale, così evitando il rischio di credito connesso alle passività delle banche commerciali.

Se ne dovrebbe dedurre come l’idea sottesa alla Central Bank Digital Currency ben rievocherebbe un modello di banca tramontato in epoche ormai risalenti, in cui la funzione di tutela del risparmio, legata all’emissione di mezzi di pagamento, veniva assolta da una banca dallo stampo pubblicistico6.

Alcuni dottrinari ostano al concetto di evoluzione digitale, sostenendo come una seppur nuova species monetaria non sia altro che mutamento esteriore, ma non ab substantiam.


Eppure..


Il controllo sul transato in tale fattispecie appare una rivoluzione copernicana. Ma col tempo si sa che tutto si perde...

Unione bancaria, vigilanza, nessi tra crediti e moneta, il valore del risparmio è oramai andato superandosi, non essendo in prima istanza riconosciuto nei trattati esplicitamente, ma solo recentemente ha iniziato ad essere tutelato anche a livello europeo, tramite il terzo pilastro dell’Unione Bancaria, il sistema di garanzia dei depositi e, più in generale, i meccanismi di risoluzione. In tale contesto, la distinzione tra moneta pubblica e privata, e la correlata scissione tra la funzione monetaria e quella creditizia, si traduce, nei termini giuridici, in un ritorno alla valorizzazione pubblicistica della moneta, scindendone la simbiosi rispetto alla funzione creditizia e legandola, forse per la prima volta anche a livello europeo , alla tutela del risparmio.


Ratio originaria alla creazione di una valuta virtuale fu il tentativo d’arginare una incontrollata e caotica diffusione di altrettante private, convogliando i cittadini su un asset digitale ad inclusione finanziaria, al contempo incrementando efficienza e sicurezza sistemica, oltre ad una imprescindibile volontà di contrasto al sommerso e all’utilizzo del contante, odiernamente coadiuvato dalla pandemia7. La CBDC si pone quindi come modello di sopperimento alle attuali politiche monetarie non convenzionali,rappresentando un’evoluzione digitalmente orientata dei meccanismi di quantitative easing e degli interventi rientranti nel concetto economico di helicopter money, oltre a definire una sua natura “programmabile” delle CBDC, con possibilità di controllo sul quantum e destinazione di spostamenti di capitali e destinazione dei fondi erogati8.


Prima facie le Central Bank Digital Currencies si trovano in una fase così embrionale9 da apparire poco rilevanti agli occhi del giurista10, è anche vero che rischiano di celare una profonda mutazione del ruolo della BCE e degli attuali rapporti tra banche centrali e commerciali. Infatti, la concreta emissione di un “euro digitale” finirebbe per riaffermare la primazia della moneta pubblica e centralizzata, non solo nei confronti delle più moderne criptovalute, Bitcoin e affini, che, non emanando dallo Stato né immediatamente né mediatamente, rappresentano la più recente espressione del c.d. «diritto dei privati», ma ancor prima nei riguardi della moneta bancaria.


Una rincorsa senza freni quella della BCE, data la preminenza nel settore della banca centrale cinese, in primis, e vari attori privati, i quali stanno già immettendosi in tale mercato, valutando la possibilità di emettere propri CBDC, che potrebbero potenzialmente essere messi a disposizione anche dei cittadini europei, con un rischio di change dell'economia fuori dall’euro: d’altro canto, anche le c.d. Big Tech stanno sviluppando soluzioni di pagamento non denominate in euro, come le “stablecoin” globali, le quali potrebbero prospettare ampi margini di sviluppo, arrivando anche, in extrema ratio, a minare la sovranità finanziaria, economica e politica europea.

Appare ovvio che il pensiero è rivolto in particolare alla moneta digitale emessa dalla Banca Centrale Cinese (PBOC), che da anni ne studia applicazione ed implementazione11.

Lo yuan digitale pone minacce significative agli interessi diplomatici, informativi ed economici degli Stati Uniti e dei suoi alleati12. Tra questi, lo yuan digitale aiuterà la Cina a internazionalizzare la sua valuta, promuovendo lo yuan come rivale o alternativa al dollaro statunitense, oltre a ramificare il controllo orientale nei maggiori asset finanziari europei, con possibilità di aggiramento di sanzioni, embarghi sulle armi e le norme sul riciclaggio di denaro, fornendo un’alternativa al sistema esistente di pagamenti internazionali basato sul dollaro, che è controllato da istituzioni finanziarie occidentali.

La scelta della struttura fisica e di software ci dirà molto su quali saranno gli obiettivi a lungo del termine che sottostanno all’adozione dell’Euro digitale.


Appare opportuno indagare brevemente in una miscellanea quali possano essere i possibili scenari13 di un siffatto sviluppo.

Un primo modello possibile consentirebbe l’accesso diretto degli utenti finali ai conti della banca centrale, un secondo modo di procedere consisterebbe in un accesso intermediato dagli utenti finali ai conti della banca centrale, a mezzo di intermediari vigilati come agenti di regolamento che istruiscono le transazioni per conto dei loro clienti. Ulteriore archetipo potrebbe innestarsi su un’infrastruttura decentralizzata la quale consentirebbe agli utenti finali di trasferire tra loro i possedimenti dell’ED al portatore senza la necessità di incaricare una terza parte di svolgere alcun ruolo nella transazione. Questo approccio potrebbe essere implementato in un duplice modo: attraverso protocolli di Distributed Ledger Technology (DLT)14 o attraverso lo stoccaggio locale (ad esempio utilizzando carte prepagate e funzionalità di telefonia mobile, anche nei pagamenti offline). In ambo i casi sarebbero ancora necessari e coinvolti degli intermediari vigilati come garanti, anche per la fornitura di dispositivi fisici e il caricamento di fondi su di essi. Questa soluzione presenta delle grosse criticità per quanto riguarda la conformità con le regole AML/CFT, ovvero i dettami internazionali contro il riciclaggio e il terrorismo.


Si potrebbe, altresì, realizzare un’infrastruttura decentrata ibrida per consentire l’uso di un euro digitale al portatore a livello degli intermediari vigilati, che potrebbero agire come agenti di regolamento per conto dei loro clienti per le operazioni al dettaglio in euro digitale e utilizzare la stessa infrastruttura anche per i pagamenti di massa. Gli utenti finali continuerebbero ad avere un credito diretto nei confronti dell’Eurosistema e tutti i trasferimenti sarebbero regolati in ultima analisi nell’infrastruttura dell’Eurosistema. Le soluzioni di accesso collegano gli utenti finali all’infrastruttura di back-end quindi dipendono fortemente dal modello di infrastruttura scelto.

Da quanto suindicato, seppur in maniera superficiale, è possibile dedurre quanto di seguito.


L’infrastruttura di back-end sottostante per la fornitura di un euro digitale può essere centralizzata, con tutte le transazioni registrate nel libro mastro della banca centrale, oppure può essere caratterizzata da un certo decentramento delle responsabilità verso gli utenti e/o gli intermediari sorvegliati, consentendo così anche la fornitura di un euro digitale al portatore. Indipendentemente dall’approccio, l’infrastruttura di back-end dovrebbe essere controllata in ultima analisi dalla banca centrale.

Le soluzioni per l’accesso degli utenti finali a un’infrastruttura digitale in euro potrebbero essere basate su hardware o software, o su una combinazione di entrambi. In ogni caso, le soluzioni di accesso front-end necessitano di una forte autenticazione e identificazione del cliente. Le soluzioni per gli utenti finali e qualsiasi sistema privato coinvolto nella fornitura di servizi digitali in euro dovrebbero interfacciarsi con l’infrastruttura di back-end della banca centrale in modo da assicurare la massima protezione contro il rischio di creazione ingiustificata di unità digitali in euro senza l’autorizzazione della banca centrale. È possibile ritenere come sia da privilegiare un accesso di tipo intermediato, sia per un minor aggravio di risorse, e, dato un presumibile minor rientro economico dalla operazioni delle banche commerciali, ciò potrebbe in ultima istanza compensarsi con l’intermediazione della nuova moneta.


Infine accedere ed elaborare questi dati sul transato risulterebbe essere una svolta epocale, orwelliana, sul controllo economico.


Il modello cinese ovviamente garantisce ben poco l’anonimato delle transazioni, sarà interessante perciò vedere come verrà gestita la proprietà dei dati e la loro diffusione nel mercato occidentale. In tal senso va notato che a livello europeo si stanno già formando gruppi di interesse sia a livello di aziende che a livello governativo per creare un’infrastruttura europea per la gestione dei dati. Si tratta del progetto GAIA-X, promosso da Germania e Francia, ma aperto a tutti i membri della UE, mirante a creare una piattaforma di scambio dati in Europa regolata da specifiche regole. Restiamo in attesa di vedere quali saranno gli indirizzi che la BCE darà alla valuta digitale, decisione che dovrebbe avvenire entro la metà del 2021, quando il Consiglio Direttivo della BCE pubblicherà le sue conclusioni, da lì potremo iniziare a fare ipotesi concrete sull’impatto dell’Euro Digitale sul nostro sistema economico.


Gli intermediari classici finanziari, in un così rivisitato assetto disintermediato, avocherebbero a sé la funzione allocativa del risparmio, trovandosi, la banca centrale, nel medesimo tempo sia come regolatrice che creditrice delle succursali, avendo il potere di controllare le transazioni retail digitali. Un controllo così capillare delle singole transazioni, oltre a riecheggiare il noto incubo orwelliano, rischia altresì di tramutare la valuta digitale della banca centrale in una sorta di “moderno ircocervo”15.

Nato per combattere la criptovaluta, ne ripropone una nei fatti16.

Altro discorso sarebbero, inoltre, i depositi bancari, dapprima coesistenti, poi, specie in un tragicomico periodo di crisi, prevedibilmente si assisterebbe ad uno spostamento dei depositi dalle banche commerciali a quelle centrali. Paradossalmente la banca centrale, che dovrebbe prevenire tali rischi, finirebbe essa stessa per causarli.

Se ciò non bastasse, le banche diverrebbero altamente dipendenti dal c.d. “mercato dei finanziamenti all’ingrosso”, la qualcosa, oltre ad incidere negativamente sui bilanci patrimoniali, avrebbe un effetto diretto sulla funzione di credito esercitata dalle banche. Il rischio? Danneggiare gli istituti di credito di minori dimensioni17.


Economicamente parlando, infine, non è da sottovalutare come l’adozione di tali valute finirebbe in concreto per produrre gli effetti conseguiti dalle proposte economiche che mirano alla sostituzione del sistema a riserva parziale a favore del c.d. narrow banking, determinandosi una sostanziale scissione tra funzione monetaria e funzione creditizia, coincidente con l’emissione di una moneta elettronica che è, al contempo, ontologicamente moneta legale.

Si assisterebbe perciò al definitivo tramonto18 di un sistema bancocentrico, già profondamente sfiancato dai molteplici attacchi subiti su più fronti: si pensi, a titolo di esempio, alla agguerrita concorrenza dei servizi Fintech, e in particolare alle imposizioni in materia di open banking platform contenute nella Direttiva PSD2.

A me piacciono molto i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto...



Gianmario D’Amico




1) Non sia mai.

2) È Una Rapina Organizzata (tratto da “Gli acronimi più tristi del mondo”, Adelphi, 2002).

3) Una perifrastica così complessa da stupire.

4)

  • Tia Dalma: Conoscete Davy Jones, sì? Un lupo di mare, un gran marinaio... finché non è incappato in ciò che fa tribolare gli uomini.
  • Will: Cos'è che ci fa tribolare?
  • Tia Dalma: Che può essere?
  • Gibbs: Il mare!
  • Ragetti: Le somme?
  • Pintel: La dicotomia tra l'euro ed il digitale? [Gli altri lo guardano male].
(Pirati dei caraibi, La maledizione del forziere fantasma, 2006)

5) Quello che piace alla Cina.

6) Ah, nostalgia canaglia.

7) A tal proposito può menzionarsi l’esperienza della banca centrale svedese, che nel febbraio 2020 ha avviato la sperimentazione su di una piattaforma blockchain di e-krona, volta a consentire l’accesso dei cittadini al denaro emesso dalla banca centrale nella prospettiva di una possibile concretizzazione della c.d. cashless society, al fine di preservare la fiducia nel sistema finanziario e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione.

8) Non a caso, fin dal primo dibattito in seno al Congresso degli Stati Uniti sulle contromisure da porre in essere per fronteggiare la pandemia, si è discussa la creazione di un dollaro digitale (c.d. Fedcoin) regolato dalla Federal Reserve e finalizzato a fornire un finanziamento rapido e diretto alle famiglie statunitensi. Significativa in tal senso è anche la circostanza per cui, a pandemia ormai dilagata, la banca centrale francese e la Bank of England hanno avviato sperimentazioni riguardanti la nuova valuta, mentre la People’s Bank of China in aprile ha messo in circolazione in alcune città cinesi una forma di CBDC, utilizzata anche per l’erogazione dello stipendio ad alcuni dipendenti pubblici.

9) Cell nel laboratorio del Dr. Gelo.

10) Che vuoi che ne sappia, lo faccio solo da venticinque anni.

11) In tal senso lo Yuan digitale è guardato con timore su entrambe le sponde dell’Atlantico, come nota il Think tank americano Foreign Policy Research Institute “Lo yuan digitale è programmabile e rintracciabile al 100%, il che significa che il governo cinese può monitorare i flussi di capitale in grande dettaglio e imporre limitazioni o precondizioni sull’uso della moneta.

12) Ti faccio male, conosco il kung fu. (verso con molte “a”).

13) Cremonini, insegnaci.

14) Che cosa ho appena detto?

15) Aristotele nel De Interpretatione, Gianmario nel blog della Quite Simple.

16) Non è tanto chi sei, quanto quello che fai, che ti qualifica. (Rachel Dawes in Batman Begins, 2005).

17) Ti schiaccio, moscerino. (cit. Banca Centrale contro Banca piccola piccola a forma di porcellino salvadanaio).

18) Ah, come sono romantico.

Categoria: Opinioni

Tag: Digitalizzazione , Economia e finanza

Questo sito web utilizza cookie

I cookie sono piccole stringhe di dati che vengono salvate nel tuo browser e permettono di ottimizzare l'esperienza sul sito web. Per maggiori informazioni, leggi la nostra privacy policy e la nostra normativa sui cookie.